z L'Osservatore Romano:
...dzięki obopólnemu poszanowaniu jesteśmy w stanie pogodzić ze sobą różne kultury i religie... - mówi jedna z konserwatorek pracujących w watykańskim muzeum etnograficznym, które otwarło wystawę "Kultura i sztuka Indonezji", na której mozemy m.in. zobaczyć "Bóstwo z głową słonia" prezentowane na 4 stronie OR. Dyrektor muzeum ks. Mikołaj Mapelli dodaje, że wystawa ma na celu trwałe ożywienie dialogu między różnymi kulturami.
Ai Musei vaticani
Cultura e arte indonesiana
Il 14 febbraio ai Musei vaticani è stato aperto al pubblico «Indonesia, organizzata Land of harmony», l’esposizione dedicata a una selezione di manufatti provenienti dal Paese del Sud-Est asiatico. A un anno dalla presentazione del nuovo allestimento dei bassorilievi del tempio di Borobudur, viene nuovamente dedicata all’Indonesia e al suo patrimonio artistico un’importante iniziativa espositiva. Nelle intenzioni del
curatore del Museo Etnologico, padre Nicola Mapelli, questo genere di operazioni serve ad avviare o rilanciare e rendere più solido il dialogo tra culture diverse. Anche per questo Mapelli è spesso in viaggio per
coinvolgere le popolazioni e fare opera di riconnessione tra l’oggetto d’arte e la cultura di provenienza. Questa è una specifica missione del Museo etnologico che in questa prospettiva utilizza il Laboratorio di restauro polimaterico — un team di sette donne capeggiato da Stefania Pandozy — che si occupa di oltre centomila opere conservate presso i musei e provenienti da cinque continenti.
«Prendendoci cura di questo materiale — sottolinea Pandozy — affrontiamo un tema che è il senso del nostro lavoro, essere uniti nella diversità, che in questo caso
richiama anche il titolo della
mostra». Proprio in Indonesia,
continua la studiosa, «si riescono
a conciliare diverse culture e
religioni grazie al rispetto
reciproco». Per scegliere nelle
collezioni vaticane le opere da
mettere in mostra è arrivata dal
museo di Jakarta una squadra di
specialisti che hanno anche
collaborato alla stesura delle
didascalie. La speranza, sottolinea
ancora la responsabile del
Laboratorio, è che «questo
atteggiamento di apertura
trasformi il Museo etnologico in
un museo contemporaneo, che
accolga le culture». In questa
prospettiva si muove l’esp osizione
che propone oggetti di uso
quotidiano accanto a opere d’arte,
valorizzando tra l’altro il lavoro
degli scultori, che godono di
grande considerazione nel mondo
indonesiano per la loro capacità
di modellare la materia e
trasformarla.
Divinità con testa di elefante (VIII-IX secolo)