niedziela, 16 lutego 2014

Watykański dziennik promuje pogaństwo

z L'Osservatore Romano:

...dzięki obopólnemu poszanowaniu jesteśmy w stanie pogodzić ze sobą różne kultury i religie... - mówi jedna z konserwatorek pracujących w watykańskim muzeum etnograficznym, które otwarło wystawę "Kultura i sztuka Indonezji", na której mozemy m.in. zobaczyć "Bóstwo z głową słonia" prezentowane na 4 stronie OR. Dyrektor muzeum ks. Mikołaj Mapelli dodaje, że wystawa ma na celu trwałe ożywienie dialogu między różnymi kulturami.

Ai Musei vaticani
Cultura e arte indonesiana

Il 14 febbraio ai Musei vaticani è stato aperto al pubblico «Indonesia, organizzata Land of harmony», l’esposizione dedicata a una selezione di manufatti provenienti dal Paese del Sud-Est asiatico. A un anno dalla presentazione del nuovo allestimento dei bassorilievi del tempio di Borobudur, viene nuovamente dedicata all’Indonesia e al suo patrimonio artistico un’importante iniziativa espositiva. Nelle intenzioni del curatore del Museo Etnologico, padre Nicola Mapelli, questo genere di operazioni serve ad avviare o rilanciare e rendere più solido il dialogo tra culture diverse. Anche per questo Mapelli è spesso in viaggio per coinvolgere le popolazioni e fare opera di riconnessione tra l’oggetto d’arte e la cultura di provenienza. Questa è una specifica missione del Museo etnologico che in questa prospettiva utilizza il Laboratorio di restauro polimaterico — un team di sette donne capeggiato da Stefania Pandozy — che si occupa di oltre centomila opere conservate presso i musei e provenienti da cinque continenti. «Prendendoci cura di questo materiale — sottolinea Pandozy — affrontiamo un tema che è il senso del nostro lavoro, essere uniti nella diversità, che in questo caso richiama anche il titolo della mostra». Proprio in Indonesia, continua la studiosa, «si riescono a conciliare diverse culture e religioni grazie al rispetto reciproco». Per scegliere nelle collezioni vaticane le opere da mettere in mostra è arrivata dal museo di Jakarta una squadra di specialisti che hanno anche collaborato alla stesura delle didascalie. La speranza, sottolinea ancora la responsabile del Laboratorio, è che «questo atteggiamento di apertura trasformi il Museo etnologico in un museo contemporaneo, che accolga le culture». In questa prospettiva si muove l’esp osizione che propone oggetti di uso quotidiano accanto a opere d’arte, valorizzando tra l’altro il lavoro degli scultori, che godono di grande considerazione nel mondo indonesiano per la loro capacità di modellare la materia e trasformarla.

Divinità con testa di elefante (VIII-IX secolo)